(12.4.20) La Pasqua sottende Resurrezione…il Riavvio del Paese partirà da una ridefinizione dell’Economia

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Oggi è Pasqua e ciò ci fa riflettere su quanto, in questi giorni di lockdown che sta devastando il Paese, sia potente il riferimento alla Resurrezione.

Tutto cambierà di certo e siamo qui per operare perché sia per il meglio possibile. Il Riavvio del Paese dovrà partire da una ridefinizione dell’Economia: Fondamentale, Civile, Solidale, Circolare, Collaborativa, Sostenibile. Riconfigurando gli assetti della cosiddetta Catena del Valore, basata sull’asse materie prime-trasformazione industriale-distribuzione-marketing in una Rete del Valore in cui i cittadini si mettono in gioco, creando sussidiarietà e rete tra conoscenza-servizi fondamentali (a partire dalla Sanità Pubblica)-Beni Comuni, configurando una nuova infrastruttura sociale in evoluzione.

Sulla piattaforma oltre a idee e progetti abbiamo anche raccolto delle proposte che vanno in questa direzione. Abbiamo pubblicato, già nella fase di rodaggio (raccogliendo input sodali), un pamphet con 10 punti in cui si articola la proposta del Foundational Economy Collective che raccoglie intellettuali e scienziati. Scrivono: “Quando la pandemia sarà finita, avremo bisogno di trovare un nuovo equilibrio, più lontano dalla logica dell’economia competitiva, e più vicino all’economia fondamentale, ovvero a quello spazio economico, per lo più protetto dalle dinamiche della concorrenza, nel quale si producono e si rendono disponibili i beni e i servizi essenziali per la vita quotidiana, che alimentano la qualità della vita e la sostenibilità.”

Sono arrivati poi diversi spunti propositivi, di liberi pensatori resilienti come Franco Paolinelli (“L’agricoltura non intensiva e la società civile sono le garanzie per la sopravvivenza dell’economia e della società Italiana, in condizioni di dignità e di libertà”) e Daniele Conversi (“L’economia italiana, come quella di altri paesi, ha bisogno di stimoli senza precedenti, convogliati verso settori pienamente sostenibili e nella ricerca di nuovi equilibri ambientali…”) in cui emerge l’indicazione strategica di piano europeo per un Green New Deal.

In un’importante intervista pubblicata, tre giorni fa, su Vatican News (sito web ufficiale de L’Osservatore Romano) a Stefano Zamagni, l’illustre economista e presidente della Pontificia accademia delle Scienze Sociali, emerge una sua presa di posizione netta: “La lezione principale è che il modello liberista è il nemico numero uno.” In un altro passaggio rilancia la palla che abbiamo alzato, sollecitando l’attenzione sull’importanza del fare progetti. Dice:  “Si dovrà essere pagati non in base al tempo di lavoro, ma in base ai progetti, imparare a valutare l’outcome, non l’output, il risultato finale, non il mero prodotto quotidiano.”

Il nostro Paese ha straordinarie potenzialità, troppo spesso inibite da un sistema chiuso, gerontocratico e burocratico, un sistema destinato al reset, verso cui è lapidario: “bisogna far partire una lotta senza quartiere contro le posizioni di rendita che si annidano nella burocrazia.”

Non tutti sanno che la prima cattedra universitaria di “economia” (si chiamava allora di “meccanica e commercio”) è italiana. Nasce all’Università Federico II a Napoli, nel 1754, con Antonio Genovesi, sacerdote eretico che anticipò l’Illuminismo. Conforta ricordare ogni tanto quanto siano importanti le matrici culturali in un mondo che sembra scivolare via distratto…Un riferimento, questo, che abbiamo espresso in occasione di un recente forum al MACRO Asilo- Museo d’Arte Contemporanea di Roma su “Economia civile e circolare per una città resiliente”. Un punto, questo sull’Economia Civile, su cui torneremo a trattare in  RiavviaItalia, è strategico, serve alla resurrezione del Paese.

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