(17.4.2020) E’ stato lanciato un appello su Change.org per il teatro in RAI. La lettera aperta oltre che a Fabrizio Salini, Amministratore Delegato RAI, è stata inoltrata anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Ministro per i Beni e Attività Culturali e per il Turismo Dario Franceschini.
La rilanciamo perché il teatro da 2900 anni svolge una funzione pubblica, è stato il detonatore dello sviluppo della civiltà grazie alla diffusione dell’alfabeto, nell’interazione corpo-parola in quel “theatron”, concavo e ampio, che ha permesso uno straordinario impatto ai tempi dell’antica Grecia. Si prenda atto quindi, che il teatro è ben più di un bene culturale o di un’arte. Il Teatro allora creò le condizioni abilitanti (sollecitando i neuroni specchio atti all’apprendimento) per condividere il linguaggio alfabetico, per comprenderci: senza il Teatro non sarebbe nata la Polis. Limitare il teatro ad una condizione rituale è un limite: ha contribuito a formare la coscienza pubblica, civile.
In questa fase di lockdown è importante alimentare i palinsesti di contenuti teatrali dei tanti repertori di qualità (quanto sarebbe importante programmare anche il “Tango Glaciale” di Mario Martone andato in onda nel 1983, che suggellò il fenomeno del videoteatro) al contempo sarebbe strategico cogliere questo tempo sospeso per iniziare a ragionare e a produrre (magari con l’attenzione produttiva del servizio pubblico della RAI) nuovi format multimediali che sugli schermi – non solo quelli grandi dei televisori ma anche quelli più piccoli di computer, tablet e smart-phome – esprimino un loro senso proprio, televisibile. Sì, è necessario aprire una fase per progettare opere originali per lo schermo e non solo programmare riprese televisive o meri surrogati di ciò che è stato fatto e pensato per la scena condivisa dal vivo (sia chiaro, ciò non sottrae valore all’importanza della documentazione).
Stiamo già raccogliendo idee e progetti su questi format che stanno evolvendo il rapporto tra scena e i media audiovisivi-multimediali, ovvero ciò che definiamo performing media. Nei prossimi giorni faremo un report su come cambia l’azione scenica in quanto gesto pubblico in un tempo in cui lo spazio pubblico è stato sottratto.
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