(23.4.20) La pandemia rivela l’inadeguatezza dei sistemi educativi. Le proposte di Benvenuti in Italia e Alleanza per l’Infanzia.

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(23.4.2020) La pandemia sta mandando in reset un sistema che su troppi fronti sconta la propria inadeguatezza. E’ il momento per affinare l’attenzione critica, fare proposte e cercare di riavviare il Paese sulla base di idee e progetti qualificanti. Tra i tanti “stress test” quello subito dal sistema educativo è uno di quelli più dirompenti: si parla di una riapertura delle attività produttive ma quelle educative rimangono ferme e scoprono solo ora la “media education” dopo decenni di sottovalutazione. Tra le proposte più ragionevoli ci sono quelle lanciate dalla Fondazione Benvenuti in Italia (vedi la scheda pubblicata su questa piattaforma) di cui abbiamo tratto solo i primi 2 punti dei dieci che trovate sulla scheda e quella della Alleanza per l’Infanzia di cui pubblichiamo alcuni spunti. Un’altra buona pratica che troviamo opportuno segnalare è quella di Cantierealtà, progetto di cittadinanza educativa che su RiavviaItalia sta sviluppando, nel forum, un importante confronto sui principi del benessere sociale attraverso le esperienze di educazione diffusa.

Cantieri aperti nelle scuole chiuse. La proposta di Fondazione Benvenuti in Italia insieme alle associazioni ACMOS, Get Up, Le Discipline, L’egalitè Sarzana, Movimento di Volontariato Italiano, RIME, Share, Sermais e 21 Marzo. Le scuole del nostro Paese non sono luoghi insicuri a causa dell’espansione del virus, ma sono luoghi insicuri prima di tutto per l’inadeguatezza di troppe strutture. Il documento propone un piano in 10 punti affinché, al rientro a scuola, gli studenti trovino ad attenderli degli spazi consoni a far vivere loro in piena sicurezza la vita scolastica.

1. Rifondare la sicurezza delle scuole a partire dalle mura, attivando subito i progetti già stilati nell’anagrafe dell’edilizia scolastica e utilizzando una parte del debito che l’Italia sta contraendo per la messa in sicurezza, modernizzazione e innovazione degli edifici scolastici
2. Colmare il digital divide, affinché la didattica a distanza non si trasformi in distanza dalla didattica per i bambini e i ragazzi con disabilità; in condizione di povertà economica, educativa o marginalità sociale; i minori stranieri non accompagnati e i minori segnati dall’epidemia. (continua nella scheda)

Mettere i più deboli al centro delle politiche per il superamento dell’emergenza. In un documento (colto da La Repubblica), Chiara saraceno, Alessandro Rosina ed Emmanuele Pavolini, coordinatori di “Alleanza per l’Infanzia”, scrivono: “In Italia vivono circa 6 milioni di famiglie con figli under 18 e 10 milioni di bambini ed adolescenti. Circa un quarto delle famiglie italiane ha minori in casa e una persona su sei nella popolazione è minorenne. Si tratta delle famiglie e i soggetti più colpiti dalle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, nell’immediato, ma potenzialmente anche nel medio-lungo periodo. Se tutti i genitori stanno sperimentando forti difficoltà a fronteggiare contemporaneamente le esigenze del lavoro (anche a distanza) con quelle di cura e di supervisione delle attività di bambini e ragazzi (di studio e altro), per alcune famiglie queste difficoltà si combinano con la povertà economica, pregressa o prodotta dalla crisi sanitaria, o con la presenza di disabilità. Vi è pertanto il rischio concreto che si allarghino ulteriormente le diseguaglianze economiche ed educative (fra i nuclei familiari e fra i bambini e ragazzi), così come il rischio di violenza domestica” (…) “Alla luce dell’esperienza di queste settimane la collaborazione tra i diversi ambiti di intervento e tra istituzioni pubbliche e soggetti della società civile e di terzo settore a livello locale nel campo del lavoro con i bambini e ragazzi va sistematizzata in modo organico, favorendo la co-progettazione, destinandovi anche specifiche risorse. In questa logica occorre superare forme di finanziamento basate sulla micro-progettazione, in direzione di dare stabilità a interventi co-progettati ed integrati sul territorio fra i vari attori” (…) “”Vanno sostenute e valorizzate le attività di animazione culturale-sociale, promosse dall’associazionismo, rivolte ai minori e agli adolescenti, per evitare che spariscano circoli, laboratori sociali e centri di aggregazione per i giovani che costituiscono indispensabili presidi territoriali”

 

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