(27.6.2020) In tanti ci stiamo interrogando su come interpretare questa crisi pandemica che ha messo in ginocchio il Paese e tra le risposte che ci diamo c’è quella che riguarda l’urgenza di fare emergere le capacità di auto-organizzazione per creare spazi di nuova progettazione culturale che rilancino il valore dell’innovazione sociale. Uno di questi spazi c’è già da tempo, si chiama Frigolandia, è a Giano in Umbria, e rischia proprio ora di chiudere. Anima e corpo di Frigolandia è Vincenzo Sparagna, un gigante del pensiero alternativo, già militante rivoluzionario ed editore di Frigidaire, la rivista che negli anni Ottanta ha portato in Italia, negli anni del riflusso, la genialità del pensiero distopico ed ironico, dirompente e irriverente. In questa intervista a Vincenzo è possibile ricostruire l’importanza di questa storia (di cui trovi qui la scheda di questa Buona Pratica) e per evitare che finisca qui puoi sostenere la campagna di sostegno.
Con un’ordinanza di sgombero emanata l’11 marzo 2020 in piena emergenza Coronavirus, sulla cui dubbia legittimità dovrebbe pronunciarsi il TAR o la Presidenza della Repubblica, la Giunta del Consiglio Comunale di Giano dell’Umbria sta cercando di cancellare la straordinaria esperienza della immaginaria Repubblica dell’Arte di Frigolandia.
Sede delle riviste Frigidaire e Il Nuovo Male, Laboratorio di Grafica e Museo dell’Arte Maivista (MAM) dedicato al fumetto e all’illustrazione, che conserva migliaia di opere dei maggiori autori italiani, come Pazienza, Tamburini, Scozzari, Sparagna, Vincino, Liberatore, Igort, Echaurren e tanti altri, Frigolandia è stata visitata negli anni da migliaia di famiglie, giovani, studiosi e ricercatori di ogni parte d’Italia e del mondo, moltiplicando così anche l’afflusso turistico sul territorio umbro.
La minaccia di sgombero è tanto più assurda in quanto Frigolandia non ha mai ricevuto contributi pubblici, paga regolarmente il canone previsto dal contratto di concessione firmato nel 2005, ed è in piena attività con la pubblicazione di riviste e libri, la realizzazione di seminari di studio, l’organizzazione di mostre di successo ed eventi culturali in molte città italiane.
La scomparsa di Frigolandia distruggerebbe una delle più originali esperienze artistiche e giornalistiche europee che ha le sue radici nella rivista Frigidaire fondata nel 1980 e prima ancora nella satira del Il Male.
Significherebbe la chiusura delle riviste Frigidaire e Il Nuovo Male e del Museo dell’Arte Maivista, la dispersione della biblioteca e del prezioso archivio storico, oggetto di molte tesi di laurea italiane e di studi specialistici anche nella prestigiosa Università di Yale nel Connecticut.
Sarebbe un danno irreparabile e un vero crimine culturale.
Ci appelliamo alle autorità nazionali perché fermino la persecuzione in atto, in modo che Frigolandia possa continuare a vivere ed operare liberamente.
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