Un 25 aprile straordinario, che ci ha imposto di ripensare i paradigmi della partecipazione. Festeggiare i 75 anni dalla Liberazione e i valori che hanno fondato la nostra Costituzione senza poter inondare le strade e le piazze con le manifestazioni, con le voci, con le bandiere, con i corpi. La sfida era quella di restare a casa, ma di mettere in movimento la mente e le energie. L’ANPI ha proposto una manifestazione virtuale in cui ritrovarsi tutti alle 15 a cantare Bella Ciao dalle finestre, dai balconi, dalle terrazze. In questo tempo di isolamento, le voci si sono levate libere e si sono incontrate e fuse in un unico canto. Nella giornata molte sono state le dirette, i webinar sulla nostra storia recente, le interviste e le testimonianze portate nelle case attraverso computer e smartphone, più ancora che dalle televisioni. Ma forte è stata la voglia di trovare nuovi modi di manifestare, di immaginare gesti, che pur in interazione con il digitale, mantenessero il respiro dell’azione dal vivo. È stato il caso del nostro canto civile, proposto nel condominio di San Lorenzo, in cui da ogni finestra sul cortile, così come da quelle di altri palazzi affacciati su quello stesso cortile, si sono alzati pensiero e voci fino a comporre la partitura di un discorso semplice e complesso che si traduce nel senso pieno della parola libertà. L’operazione, concepita come un piano sequenza che dal cuore di un cortile del quartiere romano di San Lorenzo, luogo simbolo della Liberazione a Roma, si sviluppasse come una spirale aperta verso l’alto, verso lo spazio aperto della comunicazione, è stata ripresa e amplificata dalla diretta di repubblica.it #èquestoilfiore, condotta da Gad Lerner.
L’articolo di Repubblica l’ha definito teatro vivente. Non è stato uno spettacolo teatrale, non voleva essere rappresentazione, ma è stato vero, è stato catartico ed è stato vivo, quindi sì, è stato teatro ed è stata cultura.
In questo cortile, che noi chiamiamo ormai Agorà verticale, stiamo sperimentando, dall’inizio di questa quarantena, nuovi gesti di partecipazione, nuovi germi di comunità, anche creativa, e questo scambio, questo confronto fra persone e personalità diverse, ma che hanno in comune la voglia e l’istinto di voler usare il loro tempo e di non lasciarlo scorrere, la voglia di crescere, vivere e immaginare la vita,ha già dato forma a una serie di eventi in stretta relazione con il contingente ma non allineati. Una palestra civile molto interessante, su cui riflettere… e stiamo riflettendo.
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