A 5 mesi dal 22 novembre (Giornata Nazionale per la sicurezza nelle scuole) la Fondazione Benvenuti in Italia (Torino), insieme alle associazioni ACMOS (Torino), Movimento Volontariato Italiano, Get Up (Udine), L’egalitè (Sarzana), RIME (Trieste), Sermais (Novara) e 21 Marzo (Verbania), chiede al governo che l’emergenza Coronavirus sia l’occasione per aprire i cantieri per la messa in sicurezza e ristrutturazione straordinaria negli edifici scolastici, ormai vuoti. Per questo motivo è stato inviato un documento alla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, alla Vice Ministra Anna Ascani e altri membri del Parlamento e del Governo, competenti in materia.
Le scuole del nostro Paese non sono luoghi insicuri a causa dell’espansione del virus, ma sono luoghi insicuri prima di tutto per l’inadeguatezza di troppe strutture. Si legge nel documento, che propone un piano in 10 punti affinché, al rientro a scuola, gli studenti trovino ad attenderli degli spazi consoni a far vivere loro in piena sicurezza la vita scolastica.
1. Rifondare la sicurezza delle scuole a partire dalle mura, attivando subito i progetti già stilati nell’anagrafe dell’edilizia scolastica e utilizzando una parte del debito che l’Italia sta contraendo per la messa in sicurezza, modernizzazione e innovazione degli edifici scolastici
2. Colmare il digital divide, affinché la didattica a distanza non si trasformi in distanza dalla didattica per i bambini e i ragazzi con disabilità; in condizione di povertà economica, educativa o marginalità sociale; i minori stranieri non accompagnati e i minori segnati dall’epidemia
3. Raggiungere gli invisibili, ovvero la popolazione scolastica reclusa, che, al momento, spesso non ha a disposizione alcuno strumento per proseguire la didattica
4. Proteggere i dati degli studenti, investendo nell’open source. La didattica a distanza, infatti, si articola per mezzo di piattaforme di proprietà delle multinazionali leader della rete e questi strumenti, gratuiti, rischiano di divenire bacini di dati sensibili degli studenti, anche minorenni, utili per essere commercializzati, dopo la cosiddetta profilazione.
5. Ampliare l’offerta formativa e media education, investendo sull’attivazione di percorsi obbligatori di alfabetizzazione civica, digitale e mediatica per le scuole di tutti gli ordini e grado e di educazione su temi quali cyber-bullismo, fake news e hate speech
6. Potenziare le attività di contrasto alla dispersione scolastica e di promozione della partecipazione e del benessere, anche psicologico, degli studenti. Ampliando le risorse in dotazione al Fondo per la lotta alla povertà educativa. Specifiche attenzioni devono essere rivolte anche al mondo della formazione professionale
7. Valutare le competenze informali che gli studenti hanno maturato nei mesi di didattica a distanza
8. Formare e valutare gli insegnanti e il personale non scolastico sulle metodologie didattiche per l’apprendimento a distanza
9. Attuare strumenti digitali atti a rendere possibile l’aggiornamento delle graduatorie dei supplenti per il prossimo anno scolastico
10. Aprire la scuola a soluzioni innovative, sfruttabili fin da ora e operative da settembre. Come la strutturazione delle lezioni in più cicli; ingressi sfalsati; presenza in aula alternata a connessione da remoto ecc
La Fondazione Benvenuti in Italia e la rete di associazioni che hanno aderito al documento, da anni si occupa di sicurezza scolastica, a partire dalla morte di Vito Scafidi: lo studente ucciso dal crollo del controsoffitto della sua aula nel liceo Darwin di Rivoli (TO), il 22 novembre 2008. Da allora ha attivato campagne, progetti e azioni di sensibilizzare rivolti a studenti, docenti, personale scolastico e istituzioni per la cura e la sicurezza delle scuole. Ha partecipato ai tavoli di lavoro istituzionali sull’edilizia scolastica e ha contribuito a diffondere nel Paese una nuova sensibilità sul tema.
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