Qui si rilancia un post di Urban Experience in cui si riaggregano le informazioni (vedi report dei report) in una soluzione utile per un comunicato finale di Paesaggi Umani , un progetto d’innovazione territoriale che lancia il nuovo format del geopodcast e utilizza l’Intelligenza Artificiale per raccontare storie che hanno fatto la Storia.
Dal 7 al 14 marzo 2021 si è svolta, itinerante per la città e in streaming web-radio, “Paesaggi Umani. Esplorare la città, raccogliendo storie nelle geografie urbane per una mappa parlante”, prima edizione (prevista nel 2020 e poi slittata per il covid) del progetto promosso da Roma Culture, per il triennio di Contemporaneamente Roma 2020-2021-2022, curato dal Dipartimento Attività Culturali di Roma Capitale.
Un progetto di performing media storytelling che sta evolvendo i format (dal geoblog alla mappa parlante): tutto è stato trasmesso in streaming web-radio (lo usiamo da tempo e non come nella scoperta dello stream di quest’ultimo anno) producendo geopodcast in cui abbiamo distillato le storie raccolte nelle geografie urbane. Flussi radio pubblicati sulla mappa parlante e che, in vista della seconda edizione di Paesaggi Umani a dicembre 2021, saranno riediti in brevi audioclip su Loquis, l’app di realtà aumentata orale.
Esplorando i Paesaggi Umani abbiamo ascoltato la città, camminandola, con passo leggero e distanziato, entrando dentro le storie e uscendo nel web. Con i nostri walkabout abbiamo rilanciato via radio (locale, con radio-cuffie e al contempo globale via web radio) le nostre esplorazioni partecipate (sia in presenza, contingentati, sia on line, coinvolgendo più di 1000 cittadini, nelle 17 azioni in sei giorni, sostanzialmente onLife) lasciando tracce georeferenziate sulla mappa parlante (clicca e ascolta). Un’occasione per tracciare una mappa dinamica del desiderio di Roma, rilevando ciò che manca (che non a caso è il sostanziale etimo di desiderio…) come il rapporto con il Tevere. Vedi qui il report video complessivo.
Nelle prime azioni siamo a a Tor Fiscale, seguendo le tracce di Don Sardelli, il maestro dell’acquedotto che ha fatto scuola…di cittadinanza educativa. Il giorno dopo lunedì si apre con Maria Montessori, la scienziata dell’educazione, che ricordiamo nella scuola che frequentava da giovane, con i ragazzi del Viscontino. E’ l’8 marzo per cui rileviamo il fatto che la Montessori fu rappresentante dell’Italia al Congresso femminile di Berlino del 1896 in cui si lanciò la campagna per il voto alle donne. Nel pomeriggio si va in Romanina, dove finisce Roma, per incontrare Roxana Roman nel suo Roxy Bar dove si ribellò alla prepotenza dei Casamonica. Rendiamo omaggio alla sua presenza di spirito femminile con una performance radioscenica di Consuelo Ciatti (vedi il breve report video), ispirata a Beckett, il maestro dei paradossi urbani (lo scorso anno s’era fatta una performance nel centro raccolta rifiuti di Cinecittà). Martedì mattina andiamo a Monte Mario dove incontriamo Paolo Ramundo, l’”Uccello che coltiva la terra”, visto che anticipò il movimento del ’68 romano con le azioni creative degli Uccelli e dopo, nel 1977, anticipò il fenomeno dell’agricoltura sociale, rigenerando le terre abbandonate di Casal del Marmo, coinvolgendo anche gli ex internati del manicomio S.Maria della Pietà (a cui afferivano quei terreni) dopo la rivoluzione di Basaglia del 1978 che chiuse quelle strutture, coercitive, aprendo la società al valore dell’inclusione sociale. Nel pomeriggio andiamo a trattare di una sua invenzione architettonica: l’Oculus che prevedeva di aprire un tunnel tra via di Tordinona (dove campeggia ancora il murales dell’”Asino che vola” realizzato dal collettivo che animava) e il Tevere (sull’incontro con Paolo Ramundo s’è realizzato un docufilm di Silvio Montanaro, già autore de Gli Uccelli )
Nel secondo tratto con i walkabout si sono aperti varchi nell’outback dell’Appia Antica, creando una soglia strategica tra l’Istituto Alberghiero di Tor Carbone (dove c’era il nido d’amore di Ingrid Bergman e Roberto Rossellini) e la biodiversità della Cava Fabretti, gioiello distopico d’archeologia industriale. Nello stesso pomeriggio si va nella San Lorenzo artigiana e partigiana, per poi procedere verso il Palazzo delle Esposizioni per esplorare la Quadriennale attraverso una nostra chiave (un motto che esercitiamo da tempo, mutuato da Franco Basaglia) Uscire Dentro/Entrare Fuori. Giovedì ci dedichiamo a Renato Nicolini, l’assessore situazionista, ma l’Archivio Capitolino, dove era prevista la nostra conversazione radiofonica, all’interno del suo fondo, non può accoglierci, per improvvise emergenze covid. Ci muoviamo comunque nei cortili borrominiani…autorizzandoci in piedi…(ascoltaci nella diretta radiofonica in cui negoziamo con i vari dirigenti…). Lì vicino c’è il Palazzo dove ha sede il Pio Sodalizio dei Piceni, Arciconfraternita secolare che di fatto eredita il grande patrimonio di Sisto V, er papa tosto, quello che ha rifondato Roma dopo il Sacco dei Lanzichenecchi del 1527 e di cui ricorre il 500nario dalla nascita il prossimo 13 dicembre. Quando prende il papato nel 1585 porta a Roma schiere di marchigiani solerti per gestire la macchina amministrativa. Ed è proprio dal riferimento a questa stirpe che si muove l’ultimo walkabout della giornata, parlando di Raffaele Fabretti (su cui realizzammo un progetto in relazione all’impronta picena), riconosciuto da papa Alessandro VII come Principe delle romane antichità. E’ lui la figura che ci collega alla Regina di Roma, Cristina di Svezia, che solcando l’Europa luterana porta nella città eterna il progetto della sua “Atene del Nord”, per far nascere la Reale Accademia delle Scienze che diventerà poi l’Arcadia. Nel video curato da Nuvola project coglierai le potenzialità di un software di intelligenza artificiale (con soluzioni che vanno oltre l’effetto del deepfake) che anima il ritratto della donna più interessante de XVII secolo.
Nel terzo tratto ci trovi al Mercato di Testaccio a parlare di QuintoQuarto, l’”algoritmo del Mattatoio” che poi andiamo ad assaggiare dal Collettivo Gastronomico Testaccio. Nel pomeriggio andiamo al Ponte di ferro per ricordare l’eccidio delle donne che avevano assaltato un forno nella Roma citta aperta, stremata ed affamata del 1944. A pochi passi c’è la Riva Ostiense che definiamo il dark side of Gazometro, un luogo emblematico per cogliere la suggestione perturbante delle distopie romane che abbiamo attraversato spesso con i nostri walkabout (nel report trovi i link e puoi ascoltare i podcast). Domenica si chiude davanti al Teatro Tor Bella Monaca con la lectio magistralis (resa anche in un libro edito da Bordeaux) che ci ha chiesto il Museo delle Periferie, rompendo lo schema di tutti quei talk svolti seduti davanti ai desktop, mettendoci in piedi, connessi ma presenti sul posto, pronti a confrontarci in un walkabout finale che si è rivelato dibattito peripatetico a cui ha partecipato anche l’assessora alla cultura di Roma Capitale, Lorenza Fruci. Vedi qui il video della lectio.
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