Gli umani lasciano Segni: Prodotti, Memoria, Idee
Dai Segni conosciamo chi non ci sta vicino: persone, gruppi, popoli, nazioni, attraverso lo spazio e il tempo. Senza Segni, dobbiamo affidarci alle narrazioni.
In altre epoche, i Segni erano sconosciuti ai più. Con la riproducibilità tecnica, molti possono accedere ai Segni, ma la gestione della comunicazione è rimasta per molto tempo nelle mani di ristrette élite. Oggi all’improvviso tutti siamo in grado di maneggiare e condividere i Segni, senza però essere stati educati a farlo. Da cui possibilità e problemi enormi.
I bambini non sono mai stati protagonisti della narrazione. Anche oggi, la società sa di loro da educatori, psicologi, sociologi e, nel panico indotto da strumenti nuovi e potentissimi come la Rete, spariscono addirittura le facce dei bambini dalla comunicazione sociale: oscuriamo i loro volti e voci, ci priviamo del loro sorriso e entusiasmo, della speranza che potrebbero trasmettere alle nostre società malate, in cui, nonostante la diffusione capillare dei mezzi, sembra sempre più difficile comunicare tra gli umani ed è seriamente a rischio il futuro stesso del pianeta.
Scriviamo insieme un grande libro multimediale in Rete
Già nei miei libri di educazione mi basavo su scene reali e parole di bambini, tratte da registrazioni audio e video, perché emergesse dalle loro risposte il valore di esperienze spesso molto oltre le didattiche e le metodologie. Ma in Rete si può fare molto di più, comporre un “libro” collettivo di autori potenzialmente infiniti, in cui i Segni dei bambini – disegni, scritti, voci, video – ordinati, indicizzati, collegabili gli uni agli altri, servano non solo agli educatori a cui interessa l’esperienza vera, ma anche ai bambini stessi, di solito non considerati per i Segni che lasciano e costretti ad adeguarsi a modelli commerciali stereotipati, che deprimono la loro infanzia e il nostro futuro.
Meno tutorial e più Segni. Meno didattica teorica e più vita vera. Meno apprendimenti standardizzati e più produzione collettiva di cultura, con anche i bambini protagonisti, che giocano, sviluppano insieme curiosità e conoscenza, crescono con naturalezza in responsabilità e cittadinanza attiva, e consapevolmente lasciano e ritrovano i loro Segni nella grande Rete, luogo di partecipazione e condivisione e non solo di “pericoli”, o logiche mercantili ereditate dal tempo passato.
(Paolo Beneventi)
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IMPORTANTE:
In sintesi ulteriore, la proposta “diluita” che sta nelle pagine in inglese è di incominciare a raccogliere materiale significativo prodotto nel corso degli anni dagli “under 14”. Anche cose di tanti anni fa, perché no? Perché per dire se i bambini di oggi sono “diversi”, serve magari confrontarli con quelli di ieri! Quindi non solo fotografie e video – per la privacy, a proposito, a un certo punto le immagini dei minori vanno in prescrizione? – ma anche disegni. scritti, voci, che si possono ricollegare a precise attività e quindi indicizzare, raggruppare, ritrovare. Per inserirli all’interno di una piattaforma dedicata in costruzione, collegata ad altre piattaforme, e incominciare finalmente a parlare di bambini e di educazione non solo basandoci dalle nostre idee e narrazioni, ma soprattutto sui SEGNI che i bambini stessi lasciano, utilizzando davvero possibilità di condivisione che la rete offre e che finora abbiamo per lo più descritto a grandi linee e solo a parole.