La Riuso è un progetto di economia circolare con cui far ripartire Livorno secondo un nuovo tipo di approccio culturale legato ai consumi.
Nasce nel 2017 con la partecipazione ad un bando di rigenerazione urbana promosso e finanziato dalla Regione Toscana, attraverso il quale abbiamo potuto riqualificare un fondo commerciale rimasto sfitto da molti anni all’interno del quartiere Garibaldi.
L’idea è stata quella di immergerci nella complessa realtà del quartiere multietnico livornese con piccolo centro di riuso e riciclo, e da qui costruire l’ossatura di quella che sei mesi dopo è diventata l’Associazione di Promozione Sociale “Mezclar 22”, con cui lavoriamo da tre anni a progetti di tipo educativo, sociale ed artistico.
Ma che cos’è la Riuso?
Un luogo di socialità condivisa dove chiunque può portare in donazione gli abiti che non indossa più, e nello stesso tempo prendere ciò che più serve (abiti ma non solo) attraverso una semplice offerta libera, con cui “Mezclar 22” riesce a rientrare dei costi del fondo e a finanziare progetti sul territorio.
Un modello di agire economico, quindi, completamente diverso da quello classico, dove alla condivisione comunitaria dei beni si affianca la collaborazione attiva della cittadinanza, tra sharing e pooling, tra condivisione e cooperazione. Il tutto finalizzato non solo al miglioramento delle condizioni di vita del quartiere ma anche alla messa in campo di buone pratiche che, adesso più che mai, possano dare un segnale concreto di uscita, anche parziale, da un sistema economico ed esistenziale, quello capitalistico, che l’emergenza sanitaria di oggi ha dimostrato non essere più sostenibile.
Un doposcuola gratuito per i bambini e le bambine del quartiere (La Brigata dei Germogli), oltre che innumerevoli laboratori estivi di pittura e riciclo dei materiali; una mappatura audiovisiva della zona, fatta attraverso interviste ai residenti e ai commercianti del quartiere (Doropina VT); un festival musicale di arte di strada (Busker Square); oltre all’innovativo progetto sociale “Ri-Conoscersi Solidali”, finanziato dalla Chiesa Valdese e presentato a febbraio in collaborazione con l’Assessorato al sociale del Comune di Livorno, con cui volevamo mettere in contatto con la popolazione anziana alcuni dei richiedenti asilo presenti nel quartiere attraverso un servizio gratuito di spesa a domicilio, e che abbiamo dovuto interrompere a causa dell’emergenza sanitaria.
Sono questi solo alcuni dei progetti che in tre anni di vita la nostra associazione ha messo in campo e che, non appena la situazione lo consentirà, siamo pronti a riprendere in mano, consapevoli più che mai dei nostri principali obbiettivi: la lotta contro ogni tipo di discriminazione, che sia di classe, di razza o di genere, e la pratica dell’economia circolare come alternativa non più rimandabile rispetto ad un’amministrazione economica della vita che il coronavirus ha reso di colpo obsoleta.
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