Parco dei Paduli

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Il progetto del parco dei Paduli, in Salento, è l’esempio emblematico di una rete di interconnessione che intreccia motivi di salvaguardia e tutela delle testimonianze storico culturali del territorio con la difesa di una funzione economica come quella agricola che ha segnato la storia dello sviluppo economico di questa area.

Il progetto tiene conto di una domanda sociale sempre più ampia, alla ricerca di spazi aperti, fruibili e ricchi di significativi valori culturali, il tutto in un contesto di area rurale svantaggiata rispetto ai due sistemi costieri.
Il progetto muove dall’intenzione quindi di integrare agli usi spontanei delle comunità, i servizi (Laboratori Urbani Bollenti Spiriti), le attività produttive legate all’agricoltura, l’architettura, la storia, la cultura popolare e il paesaggio in un unico piano di connessione.

Il percorso diventa il luogo dove si conservano, tutelano, raccolgono, divulgano e si rendono accessibili tutti i beni sia materiali (boschi, uliveti, “cripte”, masserie, piazze, spazi di servizio) che immateriali del territorio (racconti orali, ricerche di natura storica, archeologica, architettonica, antropologica, sociologica, botanica, agraria, prodotti all’interno dei Laboratori di partecipazione realizzati dal 2003-2009) proponendo così al fruitore un inedito percorso conoscitivo ragionato ed esplicativo.

Il parco dei Paduli, pur non essendo un “parco agricolo istituito”, è riconosciuto negli atti deliberativi dei dieci Comuni (San Cassiano, Nociglia, Botrugno, Surano, Maglie, Muro Leccese, Sanarica, Scorrano, Giuggianello, Supersano) dal Programma Integrato di Rigenerazione Urbana “Terre dei Paduli tra ulivi pietre e icone” adottato dagli stessi nel luglio del 2011 e dal nuovo Piano Paesaggistico della Regione Puglia PPTR nel quale è individuato come Progetto Pilota per la sperimentazione di pratiche afferenti alla multifunzionalità in territorio agricolo.

Il parco dei Paduli si estende per 5.500 ettari tra maestosi ulivi secolari, muretti a secco, pajare (case rurali a forma di trullo), masserie, motte, casini di caccia, cripte, dolmen, menhir, vore, ed è frapposto tra il Mare Adriatico e quello Ionio, (da cui il nome di Terre di Mezzo), il territorio, appare attraversato da un fitto reticolo di canali, stagni e laghi temporanei; e da una labirintica rete di sentieri.

(Segnalazione di Saverio Massaro)

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