PUNTI SULL’ECONOMIA FONDAMENTALE: V.LA RIFORMA FISCALE

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È urgente riformare le imposte sul reddito, sui consumi e sui patrimoni per aumentare il gettito fiscale. Senza una riforma fiscale, il pagamento del debito sostenuto durante la crisi del Covid-19 avrà un impatto pesantissimo sulla disponibilità di beni e servizi fondamentali, escludendo la possibilità di operare investimenti in settori di primaria importanza, come la sanità e l’edilizia residenziale.

Le misure per fronteggiare la crisi del Covid-19 richiedono al governo di gestire grandi disavanzi correnti che saranno consolidati in stock di debito nazionale. Nel periodo pre-crisi, il rapporto debito pubblico/PIL è stato in media dell’80% nell’Unione Europea. Si va da un minimo del 34% in Danimarca a un massimo del 182% in Grecia e del 134% in Italia, con Germania e Regno Unito al centro della distribuzione. È probabile che l’emergenza sanitaria porti il debito pubblico a un raddoppio, o persino oltre, ovvero a livelli che non si vedevano dall’immediato dopoguerra. Anche con i bassi tassi di interesse e il beneficio di un’inflazione costante, sarà una grande sfida onorare, rifinanziare e rimborsare questo debito. Senza una radicale riforma dei sistemi fiscali, la prospettiva sono 10 o 20 anni di ultra-austerità. Questo implicherebbe una forte riduzione dei budget nei servizi provvidenziali finanziati dalle tasse, come la sanità, l’istruzione e l’assistenza.

Assisteremmo a una versione aggravata di quel che abbiamo visto accadere in molti paesi europei negli anni di austerità che hanno seguito la crisi finanziaria: tagli di cui oggi, in condizioni di emergenza, paghiamo severe conseguenze. L’aumento delle entrate attraverso una riforma fiscale è la condizione basilare per difendere ed estendere le basi del benessere collettivo. (Foundational Economy Collective)

IDEE

(segnalazione di Vincenzo Fischetti)

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