PUNTI SULL’ECONOMIA FONDAMENTALE: X. L’INTERCONNESSIONE ECONOMICA RESPONSABILE CON I PAESI DEL MEDITERRANEO

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Infine, ma non da ultimo, i paesi europei devono assumersi la responsabilità dell’inadeguatezza dei sistemi di fornitura di beni e servizi di base (a cominciare dall’assistenza sanitaria) nelle regioni vicine, come il Medio Oriente e il Nord Africa.È essenziale anche farsi carico di un programma di ricostruzione del settore dei beni destinati al mercato, in quelle regioni. Senza dubbio molti paesi, e la stessa Unione Europea, possono scrollarsi di dosso ogni responsabilità – come Caino nel Genesi (4.9):”sono forse il guardiano di mio fratello?”. Ma, come per la Germania alla fine degli anni Quaranta, il realismo politico suggerisce che la responsabilità costruttiva è la risposta internazionale più appropriata. Le scarse performance economiche e l’instabilità politica in Medio Oriente e Nord Africa producono, fra l’altro, migranti e rifugiati economici.

Costruire l’equivalente europeo del muro di Trump, oltre che indegno, è inutile, come lo fu il tentativo del blocco sovietico di confinare gli europei dell’Est. In entrambi i casi, il problema di fondo è la condizione economica e politica che subisce chi resta “dalla parte sbagliata del muro”. Assumersi la responsabilità per gli altri certamente aumenterà la spesa dei programmi di consolidamento dell’economia fondamentale, ma fare la cosa giusta è di certo, politicamente ed economicamente, la scelta più vantaggiosa nel lungo periodo.

Ripensare l’efficienza economica

I dieci punti qui esposti hanno una valenza pratica e potrebbero essere ripresi da politici, gruppi di interesse e attivisti della società civile. Ma sollevano anche questioni serie per gli accademici e per chiunque intenda porsi domande su problemi basilari. Una delle questioni più urgenti, nell’emergenza, riguarda il fatto che la finanziarizzazione dell’economia fondamentale ha portato a ottimizzare le filiere secondo una logica di point-value, ovvero in un’ottica strettamente focalizzata sul breve periodo e del tutto irresponsabile rispetto ai partner economici. È una logica che non prevede eccedenze di produzione (né quindi riserve) e scarica le esternalità sugli attori più deboli della filiera.

Nell’economia fondamentale privata o esternalizzata questo viene fatto per agevolare l’estrazione di valore; nel caso dell’economia fondamentale di proprietà pubblica, avviene per imitazione, supponendo che quest’approccio “aziendale” – che è in realtà inappropriato per l’economia fondamentale – sia la strada maestra per perseguire l’efficienza e per tener fede agli imperativi di austerità. Le conseguenze di quest’approccio per i lavoratori e per gli utenti sono evidenti da tempo, in termini di precarietà, riduzione della qualità dei servizi, crescenti difficoltà di accesso a beni e servizi fondamentali. Come dimostra la crisi pandemica, l’efficienza senza capacità di riserva innesta fragilità e vulnerabilità sistemiche nelle nostre infrastrutture fondamentali, condannandole a non poter affrontare l’imprevisto. Bisogna prendere atto che alcuni settori dell’economia non sono adatti a seguire logiche puramente commerciali, e che abbiamo bisogno di un nuovo e diverso modo di pensare l’efficacia, l’efficienza e il rapporto fra costo e qualità. (Foundational Economy Collective)

(segnalazione di Vincenzo Fischetti)

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