TECNOLOGIA E COMUNITÀ

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Stiamo continuando a studiare, a lavorare, ad elaborare, a produrre attraverso la tecnologia. Come questo nuovo modello si consoliderà ed evolverà è la domanda. Come questo nuovo modello impatterà e plasmerà la realtà sociale è la domanda delle domande. Se modificheremo di molto il grado d’interconnessione dal livello fisico a quello telematico quanto e come sarà modificata l’organizzazione della società?
Sicuramente i due parametri del tempo e dello spazio saranno modificati. Ci sposteremo di meno nello spazio. Avremo un utilizzo più fluido del tempo. Sparirà la distinzione tra tempo produttivo e tempo libero. Muoversi sarà sempre più una libera scelta e non un obbligo codificato.
Tutto questo sarà un effetto della tecnologia. Ma in pratica come inciderà nella nostra vita la tecnologia? Se andremo di meno nei negozi questo diminuirà o aumenterà le nostre possibilità di scelta?
Vediamo, per esempio, che propone già oggi il marchio di scarpe Vans sui social: ognuno può progettarsi il suo modello di scarpa personalizzato scegliendosi colori, disegni, ecc… Dal punto di vista invece dei produttori artigianali vediamo, sempre per esempio, già oggi la possibilità di creare linee di prodotti che vanno dalle t-shirt alle tazze che saranno poi prodotte, commercializzate e spedite dalla piattaforma che offre il servizio.
Ma questi due esempi non modificano in sostanza il processo produttivo, modificano solo la filiera logistica.

L’esempio delle valvole per i respiratori per il coronavirus, invece, è completamente un altro modello perché, ormai a livello internazionale, chiunque ha la possibilità di utilizzare il progetto in quanto open source. Questa gratuità però non risolve il problema dello scambio di servizi e beni che sempre più può essere veicolato in rete.
Occorre prevedere un sistema di scambio. Ogni scambio è possibile se c’è una misurazione di valore comune che permetta di tarare i beni e i servizi in scambio (come accade nel Mercato Complementare del Sardex).

Una blockchain altresì permette, in assoluta trasparenza, condivisione e sicurezza, questa misurazione. Questa tecnologia già oggi è usata per scambi in sicurezza e per certificazioni di filiere, per esempio, alimentari. Dobbiamo cominciare a pensare a un utilizzo di blockchain di comunità che permettano lo scambio di beni e servizi, a cominciare ad esempio dall’energia alternativa autoprodotta, all’interno di vere e proprie banche del tempo territoriali.
Un domani oltre al GSE (Gestore Servizi Energetici) che gestisce la borsa dell’energia ci saranno varie reti che scambieranno beni e servizi tra le varie comunità.

(Tommaso Capezzone)

 

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