Ci stiamo interrogando sulle diverse forme possibili di come il mondo della performance teatrale e artistica possa rilanciare il principio del gesto pubblico in un tempo in cui lo spazio pubblico è stato sottratto. In tal senso stiamo intercettando e invitando le esperienze più significative a presentare delle proposte. Nel forum si articola poi il confronto.
Theatre on a Line (A labyrinth made of all the paths one has taken: un labirinto fatto di tutti i percorsi che abbiamo attraversato) è uno spettacolo che si svolge al telefono (nel finale si passa a video chiamata).
E’ sull’intimità con degli sconosciuti, è sulle mappe, le mappe del desiderio, le mappe di possibili incontri, mappe immaginarie per incontri immaginari.
È sulle storie che potremmo raccontare e su quelle che altri ci racconteranno. È sull’essere connessi, sull’essere in linea, la linea che muove, le linee telefoniche, le linee telefoniche dedicate al teatro. È sul teatro in linea, sul teatro sospeso su una linea, la linea sottile che divide realtà e finzione.
Nel 2011 esce a Melboune la prima versione di Theatre on a Line. Una versione differente verrà presentata due anni dopo a Prato con il Teatro Metastasio. Lo spettacolo replicato per un mese crea grande sensazione. Ora nella situazione che stiamo vivendo si carica di ulteriori significati. Diventa uno dei pochi modelli disponibili se vogliamo continuare a fare teatro.
Lo spettatore da casa compra on line il biglietto. Prenota giorno e ora. Riceverà subito dopo un numero di telefono e una password. Alla data e orario stabiliti chiamerà il numero, verificata la password sarà messo in comunicazione con l’attrice.
Lo spettacolo inizia diventando poi una video chiamata. Durata variabile da 15 minuti a mezz’ora. Le prenotazioni potranno essere per il periodo stabilito (per es. un mese).
Dieci chiamate al giorno. Con intervalli minimi di mezz’ora. Lo spettatore potrà scegliere al momento della prenotazione data e orario. Da scegliersi in fasce da noi stabilite ( es: dalle 10 alle 12, dalle 16 alle 18 dalle 19 alle 21).
Le chiamate potranno essere effettuate da tutta Italia. Theatre on a Line sarà infatti il primo spettacolo teatrale a cui si potrà partecipare contemporaneamente da tutta Italia. In realtà da qualsiasi posto nel mondo.
Al telefono risponderà Roberta Bosetti:
Pronto. Ciao. Sei lì…. Io non riesco ad immaginare che faccia hai. Tu come mi immagini? Cosa vedi? Puoi descrivermelo? Sei solo?
E’ un modo particolare di conoscere uno spettacolo. Non credi?
Non sei parte di un pubblico. Hai voluto allontanarti dagli altri. Tu sei di quelli che devono allontanarsi dal pubblico se devi vivere il dramma. Ti vuoi mettere al sicuro, da spettatore indipendente. Parla con me. Parla con me, ti porterò al sicuro. Tu sei nell’unico posto nel quale non si entra in contatto col pubblico. Ormai è dappertutto. Qui verrai preservato. Parla con me. Hai una storia? Qual è la tua storia vuoi raccontarmela?
Ogni telefonata, sarà necessariamente diversa dalle altre perché interattiva, ma tutte saranno sostenute da un testo multiplo che si interroga sulla natura dell’esperienza teatrale e sul rapporto possibile che l’attore può creare col proprio spettatore.
Theatre on a Line è una riflessione oscura e divertita sull’importanza che l’immagine artistica può avere sul processo identitario.
Siamo affascinati dalla possibilità di costruire una diversa identità. Forse questa fascinazione nasce proprio dal fatto che sentiamo protetto dentro di noi un Sé segreto, un immenso lato represso che viviamo con paura perché sappiamo che potrebbe in un momento venire alla luce e in un istante spingerci al di là dei confini di quello che è accettabile.
In Theatre on a Line questo discorso, coinvolge non solo la protagonista, ma anche lo spettatore, costringendolo ad interrogarsi sulla posizione e sui ruoli che più o meno consciamente decidiamo di assumere. Preferirai ascoltare, o parlare, essere visto o essere nascosto, essere ascoltato oppure entrambe le cose.
Oppure entrambe le cose?
Theatre on a Line ci immerge in un complesso e contraddittorio tessuto di fantasie e realtà, e facendo questo fa crollare confortanti certezze. Partendo dall’affrontare l’ambigua relazione tra teatro/vita, attore/spettatore, pubblico/privato.
Theatre on a Line racconta un mondo di emozioni estreme, un mondo riconoscibile eppure assolutamente perturbante. Ricerca le ansietà e i fallimenti della memoria, del desiderio, della rabbia e della volontà individuale, non come un fine in sé, ma come via per esplorare l’ambigua complessità della vita contemporanea.
(Renato Cuocolo e Roberta Bosetti)
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