TRAM-sporto

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Tram-sporto
Il tram da molti anni è utilizzato ovunque , tranne che in Italia, non solo per portare persone ma anche per il trasporto di merci.
Germania
A Dresda il collaudato (si utilizza dal 2001) cargo tram è lungo 40 metri e permette il trasporto di lavorati e semilavorati tra fabbrica e centro logistico della Volkswagen. Il modello Dresda usa la stessa infrastruttura tranviaria utilizzata dell’ esercizio passeggeri e la gestione è affidata alla stessa azienda del trasporto pubblico. Lo stabilimento VW è visitabile e si trova nei giardini pubblici di tale città e si vanta di non produrre CO2 nè direttamente nè indirettamente. I veicoli sono tranviari appositamente attrezzati e costruiti ad hoc.
Anche Berlino ha un efficiente servizio tram-merci.
Olanda
Anche Amsterdam, come tutte le città Europee, soffre di problemi legati al traffico: inquinamento, rumore, ritardi. inoltre ad Amsterdam sono presenti anche numerosi canali, ponti e vicoli stretti che peggiorano il problema. Il 7 marzo 2007 è iniziato il sistema city Cargotram per trasporto merci.
Ai tram sono stati tolti in parte i sedili, per contenere tre container per ogni vettura. La merce viene caricata al terminale di periferia di De Aker (Osdorp) e viene trasportata a Plantage Parklaan o Frederiksplein, nei pressi del centro urbano. Qui i container vengono trasferiti su furgoni elettrici che consegnano la merce ai destinatari. (Fonte: Tramways & Urban Transit, April 2007)Il progetto viene ideato da Peter Hendriks nel 2004, quando ai tradizionali problemi che affliggono il traffico di merci ad Amsterdam – presenza di canali, ponti, stretti vicoli, e soprattutto limitazione di questo traffico alla fascia oraria 7.00-11.00 del mattino – si aggiunse anche la volontà del comune di iniziare a ridurre le emissioni di anidride carbonica, che per il 35% sono costituite proprio dai veicoli commerciali.
L’amministrazione municipale ha deciso di scommettere su questa soluzione: sono state costruite piattaforme logistiche, cargo docks, presso gli snodi autostradali più importanti, da cui partono i tram – di diverse capienze, alcuni refrigerati – carichi di merci. Questi tram sfruttano la rete già esistente – abbastanza estesa perché il traffico di persone non sia influenzato da quello merci, che sfrutta – per fare la spola tra un cargo dock e l’altro, diversi percorsi durante i quali incontrano varie stazioni intermedie all’interno della città. Qui, dove la distribuzione deve essere capillare, le merci vengono prelevate da veicoli elettrici, E-cars, e compiono il loro ultimo, breve tragitto verso la destinazione finale.
Alcuni numeri: un solo tram City Cargo può trasportare l’equivalente di quattro camion merci da 7,5 tonnellate. A regime saranno operativi circa 50 tram e 600 veicoli elettrici, che potranno lavorare fra le 7.00 e le 23.00, invece che concentrarsi nella fascia mattutina come prevedono i regolamenti cittadini per il trasporto merci su gomma.
Il progetto City Cargo dimezza la presenza di camion e furgoni in città, dagli attuali 5.000 al giorno a 2.500; le emissioni di anidride carbonica hanno così una flessione del 16%. Per rendere l’intero progetto a impatto zero, si è pensato anche, per il futuro, di produrre l’energia elettrica necessaria tramite centrali eoliche. Naturalmente dimezzare i veicoli commerciali presenti in città significa anche decongestionare il traffico.
In Italia si potrebbe riprendere ed aggiornare all’attuale contesto trasportistico urbano (caratterizzato dal distanziamento interpersonale con bassa occupazione veicoli) alcuni degli aspetti innovativi sviluppati già nel 2005 da ENEA nel Consorzio TRAIN-progetto TADIRAM. Quest’ultimo aveva proprio l’obiettivo di sviluppare tecnologie e sistemi avanzati per la distribuzione e raccolta delle merci nella citta’ sostenibile. Naturalmente sarebbe necessario rileggere/riaggiornare gli esiti di tale studio che resterebbe però in gran parte ancora valido ed immediatamente/facilmente realizzabile

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